In antichità (di C. Del Vasto)

Autore: Carlo Del Vasto

🇬🇧 English Version: In ancient times

🇪🇸 Version en Espanol: En la antigüedad

In antichità per spiegare dei concetti complicati legati alla vita, la morte, la condotta, l’etica, l’amore, l’odio si usavano dei brevi racconti. Lo faceva Gesù, il più grande storyeller di tutti i tempi, lo facevano i grandi filosofi greci, Gandhi e lo faceva anche Omar Sivori.

Poi un giorno gli Inglesi inventarono il gioco del calcio e il mondo cambiò, nel bene e nel male. Le colonie economiche e politiche dell’impero iniziarono a palleggiare, dribblare, tirare, fare goal… rete… gol. Il football venne così declinato nelle sue varie forme a futbol, calcio, soccer…ma anche jogo bonito, catenaccio, tiki taka. Ogni popolo esprime la propria idiosincrasia nel calcio, la gioia di vivere, la fantasia e l’irriverenza brasiliana, l’ordine e la disciplina tedesco, la garra charrua degli uruguayani, il tutto e il niente argentino, il distillato dell’essenza del calcio dell’Argentina di Maradona ossia l’individuo che fa la differenza, nel bene e nel male. Il gioco di squadra italiano, perchè quando giochiamo come squadra vinciamo sempre.

Si dice che quando non riesci ad affrontare un problema l’universo ti ripresenta questo problema nelle forme più disparate, siamo in questa dimensione per imparare. Il calcio è uno di quei messaggi indiretti, che ci hanno mandato per capire il mondo, sempre che tu sia sintonizzato sulle giuste frequenze.

Ogni partita è un esempio di vita. Basta mettersi figuratamente la maglietta di quella squadra. Istanbul del Milan ci insegna a non dare per scontato quello che si ha. Il 5 maggio che al mondo, anche se hai Ronaldo e un punto di vantaggio, le cose non vanno come avresti voluto. Perugia per la Juve, ti insegna che il male non vince sempre e che il cielo di manda dei messaggi, pioggia a dirotto e catastrofi varie e a volte è per qualcosa di buono. Il mio Velez Sarfield che guidato da un portiere Goleador, leader e, come dicono in Argentina, un Crack, Jose Luis Chilavert, e una squadra operaia, mai doma, vince la libertadores in Brasile e si siede sul tetto del mondo sconfiggendo la corazzata Milan a Tokio. Maradona che segna due goal agli Inglesi appena dopo la guerra delle Malvinas.

Ogni giocata ha un significato.

Un goal da centrocampo è un risultato epico, ardito. La rovesciata, è l’eleganza e l’ambizione, in altre latitudini si chiama cilena perchè il primo calciatore o il più famoso per questo gesto tecnico era del paese a forma di peperoncino. Poi i regali che ci hanno fatto Brera ed altri giornalisti sportivi: fare goal in zona Cesarini; essere in fuorigioco; il goal olimpico, o goal dalla bandierina; maradoneggiare; il Boskov di “rigore è quando arbitro fischia”.

La parabola di oggi è la partita che si giocò per la sedicesima giornata del campionato italiano di calcio il 9 gennaio del 2000.

Il Parma gioca una partita pessima contro una corazzata invincibile di per sè con il miglior Zidane (ma quanto cazzo era forte) e con l’arbitro Farina che fischia qualsiasi fallo a favore della vecchia signora e neanche il più terribile guadañazo a favore del Parma. La Juventus domina a centrocampo ma non riesce mai a finalizzare, vuoi perchè non era giornata per Pippo Inzaghi, vuoi perché lì davanti c’era un certo Fabio Cannavaro. Ma al 59′ Torrisi atterra del Piero e viene espulso. Rigore per la giuve, Del Piero segna.

Dino Baggio, perde la testa e viene espulso e fa quel gesto dei soldi, che gli valse anche la perdita della Nazionale.

Nel frattempo sono entrati il burrito Ortega, che nel River Plate ha giocato fino a tarda età iniziando partite da ubriaco e ubriacando e facendo giocate incredibili nel secondo tempo. Entra pure Walem.

E’ il 92′ il Parma è in 9, il campo è una palude, le maglie bianconere sono ovunque. Fa un freddo becco e la pioggia incessante arriva fino alle ossa dei tifosi e dei giocatoi in campo. Il respiro dei tifosi, condensa così tanto che sembra della nebbia, o tanti piccoli fumogeni.

Credere e creare, se ci credi abbastanza diventa vero, l’osservatore modifica la materia e la realtà.

Ed è così che quando tutto stava per finire una luce che arriva da chi non te lo aspetti, Walem… chi cazzo è Walem? Lui che fa un passaggio a filo a Crespo sulla sinistra, che entra in area, ipnotizza 3 giocatori della Juve e la insacca con una rasoiata secca di sinistro, quello che non era il suo piede.

E venne giù lo stadio. Crespo corre verso la bandierina e si lascia andare a un’esultanza che nessuno di noi dimenticherà mai più.

Gioia incontenibile. In Curva Nord accade quello che in Argentina viene chiamata avalancha, la valanga. E’ un tripudio di abbracci, braccia alzate, grida liberatorie.

L’eroe è lui, ma anche tutti gli altri giocatori in campo, gli espulsi Dino Baggio, Torrisi e i tifosi che avevano sostenuto la squadra incessantemente.

Hernan Jorge Crespo, Hernan / Ernani come il bandito dell’opera di Verdi, Jorge come San Giorgio che sconfisse il Drago. Questo ragazzone che nei primi giorni in terra ducale non brillava, addirittura aveva l’orticaria quando indossava la maglietta giallo blu, troppo simile a quella del Boca Jr, lui che era gallina…pronunciato gascina… (del River Plate) en el alma. Lui che nel River rimaneva ore in più sul campo d’allenamento per provare, rovesciate, colpi di tacco, rabone con el principito Francescoli. La leggenda vuole che un tifoso del River gli invio una casacca da allenamento da mettere sotto a quella del Parma dei millonarios e che da li in poi inizio a far “gol”, perchè si scrive così in Argentina, e a fare innamorare la nostra piccola capitale, di lui e dei suoi piedi.

Noi tutti in questo momento siamo quel Parma che lotta con un avversario spietato e in apparenza invicibile, siamo in inferiorità numerica e senza le risorse, non abbiamo più la difesa, anche se siamo in svantaggio, anche che sembra che tutto sia a nostro sfavore.

Siamo anche quelli che non mollano mai, che lottano fine alla fine, che ci credono e che provano e tentano ogni possibile soluzione, Siamo Dino Baggio che fa il gesto dei soldi e si lamenta del Sistema.

Non dobbiamo scoprirci e mantenere la nostra posizione.

Restiamo uniti, non facciamo fallo e non entriamo in contatto, ripartiamo e cambiamo il risultato contro le statistiche, contro i pronostici. Facciamo il nostro restando a casa, poi ci pensano i nostri Walem ( i medici ) e Crespo ( gli infermieri ) a buttarla dentro.

Tutto è impossibile finché qualcuno non lo fa.

I miracoli non esistono, ma a volte si fanno.

TORNEREMO AD ABBRACCIARCI COME QUEL GIORNO.

Per rivedere il goal: https://parmafansworldwide.com/2020/01/09/happy-9th-january-parma-fans/

Per rivedere l’intera partita: https://parmafansworldwide.com/2018/10/02/watch-parma-historical-matches/

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